Il metodo prende il nome dall’autrice del libro “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo e si sviluppa seguendo una direttrice principale, ossia la stretta correlazione tra ordine fisico ed emozioni.
Riordinare lo spazio fisico, attraverso un’analisi dei propri sentimenti, consente di risparmiare tempo e risorse. Nella vita e nel lavoro non sprecare energie e ottimizzare i tempi sono un imperativo per vivere meglio, eppure da sempre ci sentiamo dire che i disordinati sono creativi.
Forse l’ordine appartiene agli organizzati e il disordine ai creativi?
Voi cosa ne pensate?
Prendiamo in prestito le parole di Alberto Melucci, sociologo e psicoterapeuta, per spiegare il nostro punto di vista: “La creazione è la capacità di uscire da un ordine, affrontare il disordine e dar vita a un nuovo ordine. Di mezzo c’è la trasformazione” (Creatività, miti, discorsi, processi).
In effetti le creazioni nascono quando riusciamo a riordinare il caos.
La vita stessa, e il mondo come lo conosciamo, nascono da una riorganizzazione di un disordine primordiale.
E voi siete ordinati o disordinati?
1 Comment
Penso che l’ordine consenta di organizzarsi e ottimizzare i tempi!